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La Chiesa Cattolica
condannata in USA

10 giugno 2005: l'Arcidiocesi di San Francisco patteggia un risarcimento di 21 MILIONI DI DOLLARI per le famiglie dei bambini VITTIME DI ABUSI SESSUALI DA PARTE DI 6 PRETI.
Molti altri procedimenti sono in arrivo......

Il Portavoce dell'Arcivescovo ha precisato che 6,6 milioni saranno pagati direttamente dall'Arcidiocesi, mentre il rimanente dovrà essere coperto da non meglio identificate compagnie assicurative. Tuttavia, le assicurazioni non risarciscono i DANNI MORALI dovuti ad atti sessuali su minori. Riteniamo quindi più probabile che gli OLTRE 14 MILIONI DI DOLLARI MANCANTI saranno inviati direttamente dalla "chiesa madre" romana. Ma a questo punto sorge un altro sospetto:
Vuoi vedere che le scorrerie sessuali dei preti pedofili americani saranno risarcite con il ricchissimo "8 per 1000" pagato dai contribuenti italiani?

Inutile cercare la notizia sui portali italiani (tranne noi di cristianesimo.it ).
La notizia, pubblicata anche dall'agenzie REUTERS, è riportata solo in alcuni siti esteri:

IN INGLESE
The Archdiocese of San Francisco agreed to pay $21.2 million to people who were molested by five clergymen

San Francisco Chronicle

IN SPAGNOLO

La archidiócesis de San Francisco anunció ayer el pago de 21,2 millones de dólares (17 millones de euros) para zanjar demandas por abusos sexuales

Diario Córdoba (España)
InfoBAE.com
Terra Chile

Ecco come Ratzinger
difende i PRETI PEDOFILI

"I PRETI PEDOFILI?
SOLO SOLO L'1%!"

L'intervista completa (in Inglese) si trova nel sito cattolico
australiano cathnews ed è riportata anche in americablog

Vedi anche:
Ratzinger imputato per favoreggiamento del reato di pedofilia

Parola di Ratzinger:

"Sono personalmente convinto che la presenza costante nella stampa dei peccati commessi da preti cattolici, particolarmente negli Stati Uniti, è una campagna voluta, poichè la percentuale di queste deviazioni fra i preti non è superiore alle altre categorie e forse è ancora più bassa."

"Negli Stati Uniti, ci sono notizie costanti su questo soggetto, ma meno dell' 1% dei preti sono colpevoli degli atti di questo tipo"

"La presenza costante di queste notizie non corrisponde all'obiettività delle informazioni né all'obiettività statistica dei fatti. Di conseguenza, si giunge alla conclusione che c'è un desiderio intenzionale di screditare la chiesa. È una conclusione logica."

COMMENTO
     A parte il fatto che anche l'1% di preti pedofili è COMUNQUE una percentuale INTOLLERABILE (si tratterebbe pur sempre di migliaia di casi), e benché problemi di questo tipo esistano occasionalmente anche in altre organizzazioni educative e religiose, la Chiesa cattolica – almeno in Nord America - ospita una percentuale di pedofili elevata e unica rispetto a tutti i gruppi religiosi dotati di un clero.

     Le stime parlano di migliaia di casi. Si è sentito dire ripetutamente in talk show televisivi americani che il cinque o il sei per cento dei preti statunitensi sarebbero "pedofili" in modo continuativo.

     Le spiegazioni che sono offerte per questa situazione sono di due tipi opposti. L’idea prevalente – non soltanto nei media ma anche nell’analisi di intellettuali influenti come Andrew Greeley, egli stesso un sacerdote cattolico e autore nel 1993 di un romanzo best seller sul tema, Fall from Grace, è che responsabile del problema sia il celibato (o comunque il voto di castità), non più tollerabile nella società contemporanea.

     All’estremo opposto della polemica ideologica, ambienti conservatori prendono per buone le statistiche dei media ma denunciano la tolleranza delle diocesi americane nei confronti dei preti omosessuali e il lassismo dei seminari. E’ un fatto che si abusa di bambini molto più che di bambine. Ne deducono che la mancata vigilanza nei confronti dei sacerdoti omosessuali è la principale responsabile della pedofilia.

Secondo i dati della diocesi cattolica di Boston, gli abusi sessuali da parte di preti sono aumentati vertiginosamente. Addirittura nel biennio 2002-2003 si sono avuti più casi che nei 50 anni precedenti!

PEDOFILIA- AREZZO, ARRESTATO DAI
CARABINIERI PARROCO DI FARNETA
Accusato di violenza sessuale nei confronti di un minore

Arezzo, 12 lug. 2005 - (Adnkronos) - Arrestato con l'accusa di pedofilia per una presunta violenza sessuale nei confronti di un bambino di eta' compresa tra 11 e 12 anni. Protagonista e' il parroco dell'abbazia di Farneta, nel comune di Cortona, in provincia di Arezzo. L'uomo, don Pierangelo Bertagna, di 44 anni, e' stato arrestato dai carabinieri, che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal sostituto procuratore aretino Ersilia Spena.

I contorni della vicenda sono per il momento poco chiari. Dalla Procura non trapelano molti particolari. La denuncia sarebbe stata fatta dai parenti di un bambino della zona che avrebbe subito dal parroco la presunta violenza. Don Pierangelo Bertagna ha ottenuto gli arresti domiciliari. Il parroco, originario della Lombardia, era arrivato a Farneta nel 2000 e dal 2003 era stato nominato parroco.

Preti pedofili, America delusa
LA CHIESA TUTELA I PRETI PEDOFILI
ANZICHE' I BAMBINI VITTIME DI VIOLENZE

Accolte con amarezza le misure decise dalla Santa Sede

NEW YORK - Di ritorno dal summit sulla pedofilia in Vaticano, Bernard Law e gli altri undici cardinali americani sono stati accolti da cartelloni di protesta e da un clima scettico, insoddisfatto, irritato.

Negli Stati Uniti, infatti, i risultati del vertice non sono piaciuti: giornali, gruppi di cattolici e associazioni delle vittime della pedofilia non hanno perso tempo nel manifestare la loro rabbia.

"I cardinali - ha scritto il New York Times in un editoriale - non sono riusciti ad adottare quelle riforme disciplinari che avrebbero consentito alla chiesa di distanziarsi dagli errori del passato".

"I due documenti approvati a Roma - ha commentato il quotidiano più diffuso, Usa Today - aumentano la confusione". Dietro a questi toni c'è la delusione per il mancato varo, a dispetto delle promesse, della linea della cosiddetta "tolleranza zero", cioè dell'isolamento e denuncia dei sacerdoti pedofili al loro primo errore. In realtà i documenti dei cardinali americani si limitano a prevedere severe norme disciplinare solo nei casi "noti" di preti colpevoli di abuso sessuale "di tipo seriale e predatorio". Una formulazione, questa, che lascia molta discrezionalità.

"Che cosa succederebbe - si è chiesto Scott Appleby, direttore dell'istituto sullo studio del cattolicesimo nella cattolicissima università di Notre Dame - se i peccati sessuali di un sacerdote non fossero ancora "seriali" ma rischiassero di diventarlo?" Roderick MacLeish, l'avvocato che ha difeso 180 vittime di preti pedofili, è stato ancora più duro: "La chiesa non diventerà mai un luogo sicuro per i bambini fino a quando non avrà riflettuto in modo serio sulle cause della pedofilia".

Un altro dubbio - questo sollevato da Thomas Reese, direttore della rivista Catholic magazine - riguarda i sacerdoti che si sono macchiati di reati sessuali 20 o 30 anni fa, senza più commetterne. Come comportarsi? Dovranno essere denunciati alla magistratura oppure no?

Dure reazioni anche in Europa. A Londra, le vittime di abusi sessuali compiuti da sacerdoti hanno espresso la loro indignazione per le procedure indicate a Roma. Dice Colm O'Gorman, del gruppo britannico One in Four: "La risposta della Chiesa mostra che deve ancora capire la serietà del problema". E John Kelly, fondatore dell'organizzazione irlandese Survivors of Child Abuse: "Non vedo né trasparenza, né giustizia da parte della Chiesa".

Intanto, per i dodici cardinali americani, tornati ieri alla base, si prospetta un periodo di fuoco. Continua la raffica di richieste di risarcimento-danni da parte delle vittime: si calcola che la chiesa cattolica degli Stati Uniti dovrà sborsare 1 miliardo di dollari di indennizzi.

Resta poi aperta la questione delle dimissioni del cardinale di Boston, Law, accusato di aver trasferito - ma non neutralizzato - un sacerdote pedofilo, permettendogli così di mietere altre vittime. Law ha riferito che a Roma non si era mai discusso delle sue dimissioni. Ma nella sua diocesi, 7 fedeli su 10, secondo un sondaggio del "Boston Globe", sono favorevoli al suo allontanamento.

La Chiesa Cattolica non solo difende i preti pedofili
ma perseguita le vittime che osano ribellarsi

ABUSATO IN SEMINARIO PERSEGUITATO DALLA CURIA

Marco Marchese ha denunciato le violenze subite a 12 anni, il sacerdote colpevole ha patteggiato la pena. Ma la diocesi di Agrigento chiede alla vittima 200 mila euro per i danni d’immagine.

DAL PROGRAMMA TELEVISIVO
MI MANDA RAI TRE
DEL 15.11.2006

Servizio a cura di Letizia Maurelli

“Mi Manda Raitre” ha raccolto il drammatico racconto di Marco Marchese, che a 12 anni ha subito abusi sessuali nel seminario che frequentava e che oggi deve combattere contro l’indifferenza di una curia che sulla vicenda vorrebbe calasse il silenzio. Tutto inizia nel 1994 quando Marco decide di intraprendere un percorso spirituale per diventare sacerdote.

Entrato nel seminario minorile di Favara, vicino Agrigento, conosce don Bruno, all’epoca non ancora prete, che conquistando la sua fiducia e diventando il suo vero riferimento spirituale, abusa sessualmente di lui.

Nel ‘95 don Bruno diventa sacerdote e lascia il seminario, ma mantiene un rapporto molto stretto con il ragazzo, continua a incontrarlo e diventa anche il suo padrino di cresima. Marco è confuso, sempre più chiuso in se stesso, avverte un forte disagio che manifesta attraverso problemi di salute, fino a quando decide di raccontare questa terribile esperienza e di lasciare il seminario.

Confida tutto prima ad un diacono, poi al rettore del seminario, infine al vescovo stesso che lo rassicura dicendogli che deve essere tranquillo perché tutto si risolverà. Marco chiede solo che don Bruno sia aiutato perché è una persona malata e potrebbe molestare altri ragazzini.

Tutti lo rassicurano ma tutto rimane sommerso e don Bruno resta al suo posto. Nel 2000 Marco racconta ai genitori questa terribile storia e denuncia quanto gli è accaduto alla Procura.

Iniziano le indagini e a luglio del 2004 il sacerdote viene condannato a 2 anni e 6 mesi, con patteggiamento, per abusi nei confronti di Marco e di altri 6 minorenni. La vicenda non si conclude, comincia il procedimento civile con la richiesta di risarcimento danni, il ragazzo chiede per sé e per i suoi genitori 65 mila euro.

Per tutta risposta la curia vescovile di Agrigento chiede un risarcimento danni di 200 mila euro in quanto considera lesi la sua immagine e il suo operato.

20/12/2006  Porto Empedocle (AG) - Il mese successivo allo scandalo sollevato dalla trasmissione televisiva, il vescovo di Agrigento sig. Carmelo Ferraro benedice la madonnina della centrale di porto Empedocle. Ancora una volta la credulità popolare viene sapientemente utilizzata dal clero cattolico per rinforzare il proprio potere sulle menti e sulle coscienze, per cancellare la realtà che si nasconde dietro queste apparenti devozioni.

In studio il legale di Marco Marchese, Salvino Pantuso, l’associazione “Telefono Arcobaleno”, che da anni si occupa del problema della pedofilia e si è costituita parte civile in difesa di Marco, rappresentata dall’avv. Oriana Ortisi e il professor Ugo Ruffolo. In collegamento dalla sede Rai di Palermo l’avvocato Antonino Gaziano che rappresenta legalmente la curia vescovile di Agrigento, il seminario e lo stesso don Bruno.

Ad una settimana di distanza dalla trasmissione, il Vescovo di Agrigento – riferisce il Giornale di Sicilia - ha annunciato un cambiamento nella posizione assunta fino ad oggi sulla vicenda: la curia revocherà la richiesta di danni presentata nei confronti di Marco Marchese.

[N.d.R.: E se non ci fosse stato lo scandalo in TV cosa sarebbe successo? La richiesta sarebbe stata ugualmente ritrattata? Ancora una volta prevale la logica tipica della chiesa cattolica: fare un passo indietro solo quando ciò è conveniente o inevitabile.]

 

COSA HA AVUTO DA DIRE COSTUI
SU QUESTA ORRIBILE VICENDA?

ASSOLUTAMENTE NULLA!

 

 

 

Storie di bimbi violati nelle nostre parrocchie,
ma i sacerdoti, a volte, sono protetti dai vescovi

Lo scandalo è anche italiano
ma spesso cala il silenzio

Così, dopo la condanna, il violentatore
torna a occuparsi della sua chiesa!

 

ROMA - Mentre la Chiesa americana ha denunciato lo scandalo e il Vaticano ha lanciato la linea dura, in Italia i predatori di sesso infantile rimangono sommersi e sono ancora protetti dal silenzio. Eppure nel nostro paese il fenomeno dei preti pedofili esiste. Anche se non ci sono dati ufficiali e complessivi che ne fotografano la portata; anche se, ogni volta che una piccola vittima ha osato puntare il dito su qualcuno di loro, tutto è stato sminuito o stemperato nel tempo. Quando non è finito addirittura nel nulla. "Una realtà sommersa di cui non conosciamo né la gravità né la consistenza numerica, un tabù difficile da intaccare", conferma Antonio Marziale, sociologo e presidente dell'Osservatorio sui diritti dei Minori. Tempo fa un ex prete rivelò su un giornale di provincia che la Chiesa pagava abitualmente gli avvocati per la difesa dei preti accusati di pedofilia.

Ad offrire uno squarcio aberrante del fenomeno dei preti pedofili è però internet. "Proprio in queste ore abbiamo scoperto sul web una sorta di Chiesa cattolica virtuale all'interno della quale si trova un forum che fa proselitismo fra cattolici pedofili conclamati", rivela Marziale. "I messaggi sono a livello internazionale, ma una parte consistente sono in lingua italiana". E, quanto a pedofilia on line, questa non è la sola iniziativa multimediale denunciata dall'Osservatorio. "E' stata individuata una "Associazione preti pedofili" che cerca via internet soci e simpatizzanti. La pagina è stata ideata da qualcuno che si firma Padre Filippo - sottolinea Marziale - e, poiché l'immissione in rete è precedente al conclave-denuncia indetto dal Papa con i prelati americani, non si presta a speculazioni. Noi ci siamo arrivati seguendo le performance di personaggi aderenti all'Associazione".

Dal web alla realtà. Che cosa accade quando un prete viene denunciato per molestie sessuali? O quando viene condannato? Uno sguardo sui casi italiani prova che troppo spesso, sia al nord che al sud del paese, la preoccupazione dello scandalo fa scempio della giustizia e mette a tacere le coscienze. E che spesso il prete accusato o giudicato, al di là delle sacrosante preoccupazioni di garantismo, continua la sua opera sacerdotale come se niente fosse accaduto.

Come nel recente caso del parroco di San Giuliano Milanese, condannato a quattro anni e mezzo con rito abbreviato anche per aver comprato il silenzio della sua vittima. Nonostante la sentenza, il sacerdote svolge tuttora il suo sacro ruolo nella stessa parrocchia. Mentre è stato almeno sospeso dal ministero sacerdotale Don Marco, prete della Val di Susa al quale vennero trovate in casa foto polaroid che lo ritraevano in pose oscene con due ragazzini. Ammise: "Frequentavano l'oratorio e all'inizio erano solo piccoli amici. Poi ho cominciato ad accarezzarli, sempre meno castamente". Condannato a quattro anni e mezzo con le attenuanti generiche per aver risarcito i famigliari delle vittime, è rimasto in circolazione ed è ora in attesa della sentenza della Cassazione.

Non sempre però si arriva al giudizio. Le cronache raccontano che più spesso la Chiesa fa quadrato intorno ai sospetti e, a volte, sono anche i fedeli a proteggere i sacerdoti. Sono loro i primi a non credere alle affermazioni delle piccole vittime.

In Sicilia, a Partinico, il paese si divise quando padre Margarito Reyes Marchena fu spedito in Messico perché accusato da quattro ragazzini. Lui si era sempre detto innocente, in sua difesa si era mosso il vicario generale della diocesi di Monreale e 1500 firme in suo favore erano state consegnate al magistrato. E' rimasto invece addirittura al suo posto, nella sua parrocchia dello stesso piccolo paese del Chianti, il sacerdote di 65 anni accusato di aver abusato di un ragazzino oligofrenico al quale sembra regalasse camicie in cambio di rapporti sessuali. Il processo si deve ancora celebrare e tra i testimoni ci sarà il cardinale Silvano Piovanelli, ex arcivescovo di Firenze. Già in passato l'anziano sacerdote era stato accusato di molestie sessuali. Eppure, sebbene trasferito da una parrocchia all'altra, mai la Curia aveva ritenuto di dover avvisare i fedeli.

Ma se i preti predatori la fanno franca, a pagare sono spesso le vittime. Il trauma dell'abuso segna le loro vite di ragazzini o ragazzine e a volte non reggono al peso di non essere creduti. In Calabria, in un paese nei pressi di Soverato, mentre su un anziano frate sospettato di aver dedicato attenzioni morbose ad una sua pronipote dodicenne è calato il silenzio, la bambina abusata ha tentato il suicidio. Maria (il nome è di fantasia) si è tagliata le vene dei polsi. Per fortuna l'ha trovata in tempo sua madre e si è salvata.

Un'altra storia: in Liguria Don Pino, ex parroco settantenne di Santa Margherita Ligure, fu accusato di atti di libidine su una ragazzina di quattordici anni, ora ventenne e suora di clausura. Lei, la chiameremo Teresa, si era sempre rifiutata di confermare i fatti. In paese, per lui che si dichiarava innocente, erano state raccolte un migliaio di firme e tutti avevano puntato il dito sulla vittima e sulla sua famiglia. Finché, durante un'udienza in tribunale Teresa, sconvolta, rivelò che Don Pino aveva una cicatrice sotto l'ombelico. L'aveva vista quando il prete l'aveva portata in canonica per "confessarla". Don Pino venne considerato colpevole, ma non gli accadde nulla. La querela era stata "tardiva". Condannato civilmente a pagare trenta milioni, il sacerdote non ha ancora onorato la sentenza. Intanto Teresa è fuggita dal mondo e si è chiusa in convento.

"Un anno fa sono stato al centro di una violenta polemica perché avevo sostenuto in un articolo che dentro la Chiesa esiste il problema della pedofilia", chiosa Pietro Forno, magistrato storico del pool milanese che si occupa delle violenze sui minori "ora però il fenomeno sta emergendo". Forno racconta di aver spesso tentato di indagare in ambienti cattolici. E dice: "Ci siamo trovati a operare in un settore molto coperto in cui è difficile svolgere indagini.

Di recente - racconta - mi sono dovuto occupare di un sacerdote accusato di molestie. Durante l'inchiesta convocai i superiori ecclesiastici come persone informate dei fatti. Sostennero che non sapevano nulla e non ho elementi per credere il contrario. Ricordo però con chiarezza che da parte loro non ebbi alcuna percezione di sdegno."

IL MANUALE DEL PRETE PEDOFILO

ARRESTATI PRETI PEDOFILI

Come negli USA, anche in Italia si moltiplicano gli episodi di pedofilia da parte di preti. Solo quando le vittime diventano adulte trovano però il coraggio di denunciare questi maniaci criminali. Nel frattempo, questi personaggi continuano la loro funzione "educativa" nelle scuole, negli oratori, persino nelle scuole materne e negli ospedali, senza alcuna vigilanza e senza alcun controllo, anzi, godendo addirittura di un reverenziale e timoroso rispetto nonché di laute retribuzioni.

Un prete viene arrestato e portato in carcere per abusi sessuali di tipo pedofilo.
Veramente meritevole questa coraggiosa operazione di Polizia, in una situazione dove perfino le vittime tendono spesso a difendere il loro carnefice, a causa dell'asservimento mentale nei confronti dei preti, della Chiesa cattolica e del Vaticano.
In analoghi episodi di questo tipo, le autorità politiche e la magistratura si sono adoperati per trovare scappatoie per liberare questi mostri, o quantomeno per ridurre la carcerazione il più possibile, onde compiacere il padrone assoluto dell'Italia, cioè il Vaticano.
Riusciranno questa volta questi eroici poliziotti a mantenere questi criminali dietro le sbarre di una bella prigione? Ci permettiamo di dubitare.

Al di là di questo episodio, che comunque è solo la punta di un iceberg, qualcuno finalmente si accorgerà dell'URGENZA con cui affrontare un dibattito sull'OPPORTUNITA' che questi signori preti possano morbosamente accudire i bambini, con la scusa del catechismo, dell'ora di religione, ecc., senza alcun controllo pubblico e senza alcuna vigilanza?

fonte: repubblica.it

Non solo pedofili.........
Prelato fermato mentre cerca una trans. Prima scappa, poi picchia i poliziotti.

ROMA - maggio 2006 - Si era tolto l'abito talare, l'aveva riposto in macchina ed era in procinto di incontrarsi con una transessuale a Valle Giulia, a Roma. Fermato da alcuni poliziotti per un controllo, ha cercato prima precipitosamente di fuggire, tamponando così tre vetture. Poi, quando i poliziotti sono riusciti a raggiungerlo, li ha aggrediti, tanto che gli agenti si sono dovuti far medicare in ospedale. Il prelato ora dovrà rispondere al magistrato, a cui sono stati inviati ieri gli atti, di oltraggio e resistenza.

Il prelato lavora per la Segreteria di Stato del Vaticano. nello stesso giorno, guarda caso, il Vaticano aveva ribadito la sua opposizione politica alla concessione dei PACS per le coppie di fatto e le coppie gay.

L'articolo completo si trova su Repubblica.it

PERCHE’ MOLTI PRETI SONO
PEDOFILI? 
Intervento di uno psicoterapeuta

Sempre più spesso, nonostante la censura di Stato si affanni per impedire la divulgazione di questo genere di notizie, vengono riferiti dalla stampa, ma soprattutto dai siti internet italiani ed esteri, episodi di pedofilia che hanno come protagonisti dei preti. 

Che si tratti di una vera e propria “epidemia” lo dimostra anche lo zelante interessamento del signor Giuseppe Ratzinger il quale, qualche anno fa, da cardinale, interveniva con veemenza contro i media americani che “osavano” diffondere questo genere di notizie, che potevano turbare i fedeli e gettare discredito sulla Chiesa cattolica. 

Evidentemente già da allora il modello di “informazione corretta” adottato da Ratzinger era quello italiano, enfatico e trionfalistico quando si tratta di osannare il papa, omertoso e mistificatorio quando si tratta di nascondere le malefatte della chiesa o dei suoi funzionari. 

La mancanza di pudore da parte del signor Ratzinger giunse persino a fargli teorizzare che, poiché la percentuale di preti con esperienze di pedofilia (che in America viene stimata fra l’1 e il 6%) non sarebbe superiore a quella della popolazione generale (il che è tutto da dimostrare), ciò dovrebbe indurre i giornalisti a considerare del tutto “ovvio” che debbano esistere dei preti pedofili, quantomeno in quantità tollerabile e statisticamente “inevitabile”, al punto da non creare più “inutili” e inopportuni scandalismi di fronte a tali eventi che, sempre secondo Ratzinger, non dovrebbero nemmeno “fare notizia”, essendo in qualche modo già “scontati”. 

Ora, ci si potrebbe domandare come mai la Chiesa non ha mai spiegato perché fare il prete cattolico non attenui, o perlomeno non ponga un freno morale, a queste disinvolte tendenze che, non dimentichiamolo, producono veri e propri crimini e non peccatucci veniali. Da coloro che si proclamano predicatori di verità divine nonché strenui difensori di inconsapevoli embrioni, sempre pronti a condannare tutto e tutti, ci si dovrebbe attendere quantomeno un minimo di coerenza e di comportamenti esemplari, ma evidentemente così non è. 

Sta di fatto che questo atteggiamento di copertura verso i preti pedofili sarebbe  costato a Ratzinger  un procedimento giudiziario negli Stati Uniti, per oggettivo favoreggiamento, se non fosse che la nomina a papa ha fatto decadere la possibilità di proseguire l’iter, ed arrivare magari ad una condanna. Questo è avvenuto non in quanto Ratzinger è divenuto capo di una chiesa, ma in quanto “capo di Stato” estero,  ovvero del Vaticano, quindi, secondo le leggi vigenti negli USA, “immune” dalla competenza dei tribunali. 

Quanto alla situazione americana, vale la pena ricordare che la sola diocesi di San Francisco, in California, ha patteggiato risarcimenti alle famiglie dei bambini vittime di preti pedofili, per ben 21 milioni di dollari. Per tutti gli Stati Uniti le cifre dei risarcimenti si aggirano intorno al miliardo di dollari. Un vero disastro economico per il cattolicesimo americano, che oltretutto non gode di alcun finanziamento pubblico.

 *** 

Al di là di queste notizie viene da chiedersi: perché i preti diventano pedofili? Molti penseranno che sia uno degli effetti del celibato forzato, ma se dipendesse semplicemente da questo, dovremmo osservare somiglianze statistiche con analoghe situazioni di castità obbligatoria, cosa che non risulta. Del resto, se la condizione di celibato diventasse insostenibile per il prete, perché non ripiegare nella normale eterosessualità adulta, più o meno clandestina? 

No, certamente il comportamento pedofilo non può essere spiegato con la semplice repressione sessuale, nemmeno se esasperata e prolungata negli anni.  

Sebbene la pedofilia sia un crimine particolarmente odioso perché colpisce le vittime più indifese e disarmate, va tuttavia detto che essa evidenzia uno stato di regressione psichica da parte di chi la mette in atto. 

Un pedofilo non è mai completamente adulto, bensì cerca, a livello inconscio, di rievocare simbolicamente la sua stessa infanzia. La mancanza di maturità sessuale da parte dei  preti, che l’esperienza del seminario non ha certo potuto permettere,  potrebbe aver “fissato” lo stato evolutivo psichico ad uno stadio preadolescenziale.  

Questa interpretazione narcisistica del comportamento pedofilo dei preti sarebbe confermata dall’osservazione dell’età media delle vittime, spesso compresa fra gli 8 e i 12 anni. Va anche sottolineato che nella quasi totalità dei casi si tratta di pedofilia omosessuale, ed anche questo elemento ci fa capire come il prete pedofilo abbia pesanti conflitti da risolvere con sé stesso, con la propria sessualità, con la propria storia e  soprattutto con la propria identità. 

La pedofilia è comunque un fenomeno estremamente complesso, non è semplicemente espressione di tendenze regressive infantili negli adulti (altrimenti i pedofili sarebbero milioni!).  

Va considerato un altro fondamentale aspetto: il rapporto sado-masochistico. Anche qualora non vi sia violenza, è innegabile che il pedofilo, per sottomettere la vittima, faccia leva sul suo potere adulto e sulla sua superiorità fisica e psicologica.  

E’ anche evidente che lo scopo del pedofilo non è di procurare piacere, ma di ottenerlo, anche usando la propria preda come fosse un giocattolo inerme. C’è dunque una notevole componente ideologicamente autoritaria nella pedofilia. Un autoritarismo che si esprime come un bisogno di possessivismo morboso, invincibile, da cui non ci si può sottrarre.  

E’ estremamente significativo che in molti episodi riportati dalle cronache, si nota che i preti pedofili generalmente non prendono particolari precauzioni per nascondere i propri perversi comportamenti. Nel loro delirio di onnipotenza (che è anch’esso di origine infantile) essi preferiscono contare sulla omertà delle proprie vittime piuttosto che sul mettere in atto i comportamenti devianti in contesti protetti, magari lontano dal proprio ambiente.  

*** 

A questo punto possiamo avanzare un’ipotesi che forse dà un senso logico a tutto quanto esposto precedentemente, e che potrebbe almeno in parte spiegare il ricorrente nesso fra comportamento pedofilo e condizione di prete.  

Riepilogando, abbiamo analizzato le principali componenti della pedofilia e abbiamo riscontrato regressione, autoritarismo, possessivismo morboso.  Guarda caso, si tratta dell’essenza più intima della teologia cattolica!  

Il cattolicesimo, fra tutte le religioni del mondo, è infatti quella che offre al popolo il maggior numero di simboli infantili: non a caso il personaggio più proposto, più venerato, più rappresentato e rispettato è una mamma. Poi, proprio come si fa con i bambini, vengono continuamente propinate  promesse, minacce, premi e punizioni. Raramente, o forse mai, si parla di responsabilità personale o di libere decisioni, quelli sono comportamenti troppo adulti, i cattolici possono solo osservare, seguire, credere,  aderire, obbedire, confessare, pentirsi, ecc.  

Sempre a proposito di regressione infantile, si osservi che il principale rito cattolico, nonché il comportamento più meritorio e sacro, è un comportamento “orale”, cioè l’eucarestia. Che i buoni cristiani debbano fare la comunione tutte le domeniche ricorda incredibilmente un vecchio luogo comune: “i bambini buoni mangiano tutta la pappa”. Non solo: nella liturgia cattolica si insiste, non a caso, sul fatto che l’ostia debba essere “imboccata” dalle mani del sacerdote, e non presa in mano dall’adepto. Come accade con una mamma che nutre un bambino che non sa ancora tenere in mano il cucchiaino.  

Pochi hanno notato che, a suo tempo, ci fu un richiamo di papa Wojtyla  proprio su questo argomento, ovvero dell’ostia “imboccata” dal prete, dato che molte chiese si stavano disinvoltamente protestantizzando su questa formalità apparentemente insignificante, distribuendo ostie direttamente nelle mani dei fedeli. Ma alla chiesa certi dettagli non sfuggono, perché ne conoscono l’enorme portata psicologica. 

Ed è infatti così che la chiesa vuole che siano i suoi sottoposti: inermi, inconsapevoli, bambini che si abbandonano ciecamente nelle mani di una autorità protettiva e consolatoria. Bambini che non sanno nemmeno usare le proprie mani. Guarda caso, anche i pedofili hanno bisogno di soggetti passivi ed inconsapevoli. Curioso vero? 

Sta di fatto che il bambino stuprato, vittima del pedofilo, magari del prete-pedofilo, è quindi una metafora del cattolico perfetto: sottomesso, timoroso, silenzioso, fiducioso che ciò che accade è per il suo bene. 

*** 

Il prete pedofilo non cessa dunque di essere prete (“Tu es sacerdos in aeternum”), anzi, forse esprime nella forma più eloquente ed esplicita quella ideologia che la sua mente ha assorbito da anni e anni, finendo per identificarsi con essa. Avete notato? I preti pedofili se scoperti non lasciano mai il sacerdozio, a differenza dei preti che hanno avuto delle “banali” relazioni con donne. Inoltre, difficilmente vengono sospesi dalle celebrazioni religiose, tutt’al più vengono trasferiti “per non dare scandalo”.  

Ora sappiamo perché: la pedofilia esprime in realtà ruoli e significati profondamente ed intimamente “cattolici”, sebbene il prete pedofilo abbia il paradossale ruolo di essere contemporaneamente vittima (sia dei suoi problemi personali che di una ideologia oggettivamente nociva per l’equilibrio psichico) e carnefice (perché commette abusi senza preoccuparsi dei danni indelebili che procura agli altri).  

La dinamica “prete pedofilo-bambino” è dunque una efficace metafora del rapporto fra la chiesa e i suoi fedeli, fra l’istituzione possessiva e autoritaria, e i suoi seguaci ingenui e “bambini”.  

Tra l’altro  la chiesa, battezzando bambini inconsapevoli, e indottrinandoli sin dalla scuola materna, a ben vedere mette in atto le stesse tecniche di adescamento usate dai pedofili, che infatti fondano la loro seduzione proprio sulla non conoscenza, sulla non consapevolezza e persino sul senso di timore riverenziale che la vittima avverte “dopo” l’avvenuto “battesimo” (in questo caso il termine va interpretato con un doppio senso). 

In entrambi i casi, questi bambini “vittime” (sia di pedofili che di chiese pedofile) sanno provare solo sensi di colpa, e non l’opportuno e sacrosanto diritto alla propria integrità mentale e fisica. Infatti, come tutti gli psicoterapeuti sanno bene per esperienza professionale, ricevere una educazione rigidamente cattolica non lascia minori conseguenze negative nella personalità rispetto agli effetti dei traumi psicologici che derivano dal subire episodi di pedofilia. Anzi forse questi ultimi, essendo tutto sommato più circoscritti, possono essere superati più facilmente. 

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Un’altra analogia simbolica fra pedofilia e cattolicesimo la troviamo, nientemeno, nella messa. Che cos’è la messa? La rievocazione del sacrificio di una vittima innocente! Il rito del cosiddetto “agnello” che viene sacrificato sull’altare “per l’espiazione dei nostri peccati”.  

Un prete, dunque, che celebra la messa, drammatizza simbolicamente (per la teologia cattolica addirittura materialmente) il “sacrificio di una vittima innocente”.  Potremmo paradossalmente dire che anche i pedofili “sacrificano vittime innocenti”. Questo è molto importante perché è il cuore dell’ideologia cattolica. Abituare la propria mente a pensare che sacrificare vittime innocenti sia un rituale sacro, positivo, espiatorio, purificatore e da cui scaturisce il bene, può certamente confondere l’inconscio, “abituandolo” a concezioni sottilmente perverse e sacralizzate. 

Il prete pedofilo, stuprando bambini, per quanto spaventoso e deviante possa sembrare, non fa altro che “celebrare una messa”, usando simboli diversi ma evocando significati analoghi, ovvero: la vittima innocente va sacrificata. Il suo sangue non è la prova della violenza umana, al contrario, esso ci “lava” e ci purifica! Del resto, cose simili accadevano anche in molti antichi riti religiosi. Quanti poveri animali sono stati torturati, dissanguati e uccisi affinché i sacerdoti si illudessero, in tal modo, di ripulire sia la propria coscienza che quella altrui! 

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Possiamo infine concludere che il pedofilo, sia esso prete o no, è una persona con gravi problemi, che in modo irrazionale, deviante e purtroppo dannoso per gli altri, cerca sé stesso e la sua perduta identità sessuale.  Nel caso in cui il pedofilo sia un prete, la situazione è resa ancora più complessa a causa della nefasta influenza psichica di quella teologia che è stata oggetto dei suoi studi, della sua formazione e della sua vita. 

L’omertà della chiesa, e le sue solite negazioni dell’evidenza, oltretutto, impediscono a questi preti di essere curati, supportati da specialisti della psicologia, magari portati in psicoterapia. E perché no, studiati di più, affinché si possa tentare di prevenire il continuo ripetersi di questi fenomeni. 

Evidentemente la chiesa preferisce tenersi dei preti pedofili, che continueranno a fare vittime innocenti, piuttosto che correre il rischio di confrontarsi con delle menti liberate.