I
MISTERI DEL CRISTIANESIMO
SVELATI DALLE
RICERCHE STORICHE E DALL'ANALISI STORICO-CRITICA DEI TESTI
DOMANDA: Perché nel
vangelo di Marco non si parla MAI della nascita di Gesù, né della
gravidanza "miracolosa" di Maria, né di Betlemme, dei Magi, dei
pastori, dei vari temi "natalizi"? Perché tutti questi argomenti
sono trattati solo nei più recenti vangeli di Matteo e Luca?
RISPOSTA:
Il vangelo di Marco è il più ANTICO fra
quelli canonici.
Quando Marco è stato
scritto, quello che sarebbe diventato il "cristianesimo" non si
chiamava ancora così, perché i seguaci di Gesù non si ritenevano
affatto appartenenti ad una nuova religione, ma si consideravano del
tutto legittimamente come ebrei, tutt'al più caratterizzati come
"sètta dei Nazirei o Nazorei" (come spiegato negli Atti degli
Apostoli) ovvero uno dei tanti movimenti spirituali ebraici.
Grazie
però alle scelte teologiche (e politiche) di Paolo, e soprattutto al
suo zelo missionario, il cristianesimo si è diffuso gradualmente
sempre di più fra i non ebrei, soprattutto di cultura greca.
Quando
nel 70 d.C. Gerusalemme è stata distrutta e gli ebrei deportati, la
nascente chiesa cristiana, anche per ovvie opportunità di
sopravvivenza fisica, ha preso ancora di più le distanze dalla sua
radice ebraica, divenendo una religione completamente indipendente e
concentrando sui pagani di area greca e romana la sua predicazione.
I
pagani però, per forma mentis, abitudini religiose, tendenze
superstiziose, fascino per la mitologia, ecc. ecc., non avrebbero
mai accolto una nuova religione il cui personaggio centrale era un
uomo qualsiasi, senza parentele divine, per giunta condannato a
morte come sovversivo.
Ecco
quindi nascere, come scelta obbligata per promuovere le conversioni
dei pagani, il mito della nascita miracolosa di Gesù, figlio di un
Dio (anzi, dell'unico vero Dio) e di una Vergine, esattamente come
tutti gli eroi delle religioni pagane. La lista è numerosa:
Ceres, madre di
Osiride; Minerva, madre del Bacco greco; Semele, madre del Bacco
egiziano; Nana, madre di Attis; Alcmene, madre di Eracle (Ercole);
Iside, madre di Horus.
Emulare una idea già presente nella cultura dominante garantisce il
successo della comunicazione. Questo principio in psicologia è noto
come "effetto alone", o anche "spostamento". Su questi principi si
basano anche molte moderne pubblicità.
Ma
come?! Si dirà. La "divinità" di Gesù, il fatto che il suo vero
padre non sarebbe umano ma Dio stesso non è un dogma fondamentale,
asserito dallo stesso Gesù? Assolutamente NO! Oltre ad essere quasi
completamente ASSENTE dal Nuovo Testamento, va anche detto che i
soli testi "natalizi" sulla gravidanza e nascita miracolose, come
detto, si trovano SOLO in Matteo e Luca, ma oltretutto, come risulta
dall'analisi degli stili letterari, gli attuali primi 2 capitoli di
questi vangeli sono stati AGGIUNTI POSTERIORMENTE.
Il VERO INIZIO
di questi vangeli è il capitolo 3. Leggete Matteo e Luca a partire
dal capitolo 3 e scoprirete che è il vero inizio, con tanto di
datazione, che all'epoca si metteva appunto nelle prime righe di un
testo (come anche oggi quando si scrive una lettera!)
Gesù
ha mai sostenuto di avere una origine divina?
In un certo senso
sì, ma come tutti i suoi insegnamenti, anche l'essere "figli di Dio"
va inteso simbolicamente, come interpretazione teologica, NON come
concetto metafisico.
Ecco
l'unico versetto dove Gesù affronta l'argomento "divinità": Gesù
ricordò loro un versetto dei Salmi: “Non è forse scritto nella
vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi?” Giovanni 10, 34
In
pratica, Gesù ritiene che, anche secondo le stesse Scritture
Ebraiche (l'attuale Antico Testamento), TUTTI gli uomini, o
quantomeno tutti i credenti, sono "figli di Dio". Ovviamente per la
cultura ebraica il termine non può che avere un significato
teologico e simbolico, ma per i greci era LETTERALE in quanto nella
loro cultura erano abituati a pensare all'esistenza di esseri figli
di Dèi e di umani.
Quando
chiama Dio "Padre mio" intende quindi offrire una idea DIVERSA di
Dio da quella in voga nel suo tempo. Non un Dio padrone, temibile e
punitivo, come lo Jahvé ebraico e come poi sarà l'Allah islamico, ma
un dio PADRE, ovvero che offre protezione e amore. Per sé stesso,
comunque, Gesù ha sempre usato l'appellativo di "Figlio dell'uomo",
figura peraltro tratta dal libro di Daniele.
L'obiettivo di Gesù è evidentemente di offrire NUOVE INTERPRETAZIONI
TEOLOGICHE che consentirono ai suoi seguaci di non vivere più nel
timore ma nella gioia, non più una spiritualità rituale ma una via
di interiorità, come "figli di Dio" e non più come sudditi. Una
nuova religione senza sacerdoti, senza clero, senza mediatori,
fondata sulla responsabilità diretta degli individui ("Non chiamate
nessuno sulla terra vostro padre, vostro maestro, vostra
guida......")
Purtroppo questi concetti, fondati su un etica della responsabilità
e non della paura di Dio, quindi anche di crescita psicologica degli
individui, sono stati SOSTITUITI DA SCIOCCHE CREDULITA'
MAGICO-RELIGIOSE e da storielle create ad arte per stupire i
creduloni.
Passi
che i pagani di 2000 anni fa credevano nelle donne fecondate
magicamente dagli dèi che partorivano eroi o semidei, ma che ancora
oggi si insegnino e si credano in simili bufale ormai demistificate
dagli storici, e un mistero ancora più grande di quelli che stiamo
cercando di chiarire.